Nei dintorni di Roma - Sui monti Sabini

Il monte Tancia ed il monte Pizzuto.


Il monte Tancia ed il vicino Pizzuto sono le due massime elevazioni della Sabina e possono essere concatenate con una facile camminata in cui si alternano boschi e panoramiche dorsali. Il punto di partenza è la località Osteria del Tancia che si trova sul valico della strada provinciale “47” che, provenendo da Roma, si prende dal paese di Poggio Catino: dopo qualche chilometro oltre l’abitato la strada esce dal bosco ed in breve raggiunge il valico dov’è situato il casone quadrato, versione ammodernata di uno storico punto di sosta e ristoro di questa importante via di comunicazione e scambio delle merci tra il Reatino e la Valle del Tevere. Si lascia l’auto in uno slargo al lato delle strada e la si attraversa per imboccare una sterrata all’inizio della quale, su un masso, è presente un segnavia; si prosegue superando una sbarra e subito dopo una svolta si lascia la brecciata per andare ad intercettare sulla propria sinistra un sentiero abbastanza marcato che si prende in direzione sud-ovest (il sentiero inizia subito a ridosso di uno sbancamento al lato della strada) La traccia prosegue in leggera salita aggirando la base del crinale del Monte Tancia sino a portarsi sulla linea della dorsale che si inizia a risalire gradualmente seguendo diversi segnavia a terra che aiutano nell’attraversamento di alcune radure dove il sentiero si perde; il percorso rimane comunque sempre intuitivo anche all’interno dei tratti di bosco di lecci sino ad uscire allo scoperto avendo alla vista il Colle Sterparo che rappresenta l’avamposto delle cime vere e proprie del Monte Tancia. Giunti sul Colle il panorama si apre con una buona visuale da un lato verso la piana di Rieti ed il Terminillo mentre sul lato opposto si apprezza il lungo crinale che sale verso il Monte Pizzuto; si prosegue sempre a cavallo dell’ampia dorsale ed in breve si raggiunge la Croce di Monte Tancia: questo non è il punto di massima elevazione ma siamo praticamente sull’ultimo tratto della cresta completamente fuori dal bosco da cui è possibile avere una vista panoramica verso il Reatino e quindi una sosta è sicuramente d’obbligo. Dalla croce si continua a camminare verso nord seguendo qualche traccia di sentiero oppure procedendo ad intuito, confortati comunque dai segnavia presenti di quando in quando sui faggi che coprono l’intera dorsale intervallati da qualche radura; dopo qualche saliscendi sulle altre due maggiori elevazioni del Monte Tancia si giunge ad un tratto aperto con la visuale sul Monte Pizzuto che è proprio di fronte e di cui si intravede la croce sulla cima: da questo punto, esaminata la cartina, abbiamo deciso di scendere a valle per portarci direttamente sui Prati di Valle Gemini che abbiamo raggiunto attraversando un ampio vallone all’interno di un bellissimo bosco di faggi monumentali. L’arrivo alla radura è ampiamente preceduto dal suono dei campanacci che provengono dalle mandrie che popolano numerose i vasti pascoli compresi tra le due ali protettive del Tancia e del Pizzuto; giunti al termine della ripida discesa ci si trova in un vasto prato, molto bello, pianeggiante e circondato su ogni lato da boschi di faggi ed aceri. Di fronte abbiamo i contrafforti del Monte Pizzuto la cui dorsale sommitale può essere raggiunta scegliendosi la via di salita che più aggrada, sia all’interno di macchie ombreggiate che per valloni sgombri da vegetazione. Una volta giunti in prossimità della linea dell’ampia cresta si intercetta l’evidente sentiero che raggiunge il Monte Pizzuto provenendo da nord ed in breve si raggiunge la massima elevazione che risulta spostata di poco sulla destra rispetto alla linea di cresta: sulla vetta si trovano un cippo ed una croce rivolta verso la Valle del Tevere da cui si ha un buon punto di osservazione sul percorso sinuoso del fiume e sulla sagoma del Monte Soratte, mentre più a nord e distanti si notano le colline della Tuscia. Dopo una piacevole sosta sulla cima si prende la via del ritorno percorrendo per tutta la sua lunghezza la dorsale verso sud che si segue senza problemi di orientamento ed avendo a riferimenti nella primo tratto due evidenti ometti: il primo, di grandi dimensioni, segna la Punta Ferretti a cui fa seguito quello ben più modesto del Monte Menicoccio, la seconda ed ultima elevazione più marcata lungo la cresta che da li in poi rimane praticamente pianeggiante ancora per un pò. Giunti al termine del tratto quasi piano della dorsale si inizia a scendere più decisamente per prati seguendo una fitta fila di ometti che conducono diritti dentro al bosco dove la traccia riprende consistenza e diviene un netto sentiero che con una serie di numerosi e ripidi tornanti conduce alla base della dorsale meridionale del Monte Pizzuto, nei pressi della strada provinciale e del Rio Galatina che accoglie con le sua acque fresche e scintillanti invitando ad un’ultima sosta prima di affrontare il tratto di asfalto che bisogna inevitabilmente percorrere per tornare a riprendere l’auto.